"Il vero amore non ha mai conosciuto misura.”
"Il vero amore non ha mai conosciuto misura.”
Il Service di Gemmologia della Gioielleria Marco Danese è competenza della Dott.ssa Maura Danese, Gemmologa specializzata al Gemological Institute of America (GIA) in Analisi e Certificazione dei Diamanti e identificazione delle gemme preziose. Iscritta al Collegio Italiano Gemmologi, la Dott.ssa Danese svolge attività di perizia e consulenza tecnica sui preziosi presso il Tribunale di Cagliari dal 2009.
La Gemma Naturale
Secondo le disposizioni dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione, per GEMMA NATURALE intendiamo un materiale di origine naturale, inorganico o organico. Si comprendono minerali, rocce, parti e secrezioni di animali e vegetali. Si tratta di gemme che si sono prodotte attraverso processi naturali senza alcun intervento da parte dell’uomo. Ma non tutte le pietre hanno un’origine naturale: oggigiorno l’uomo è in grado di creare gemme identiche a quelle naturali attraverso complesse metodologie di sintesi e solo il gemmologo è in grado di riconoscere e separare un materiale sintetico da quello naturale.
La Gemma Sintetica
Secondo l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione, sono definite SINTETICHE le sostanze organiche e/o inorganiche prodotte mediante procedimenti tecnologici.
Quindi le gemme sintetiche sono riproduzioni artificiali delle gemme naturali a cui sono molto simili e di cui condividono sia la composizione chimica che la struttura cristallina. Per la descrizione dei materiali sintetici, il termine “gemma” non può essere utilizzato per descrivere un materiale di origine artificiale. Al suo posto potranno essere adoperati i seguenti termini: “sintetico”, “materiale di laboratorio” o “materiale artificiale”.
Quindi le gemme sintetiche sono riproduzioni artificiali delle gemme naturali a cui sono molto simili e di cui condividono sia la composizione chimica che la struttura cristallina. Per la descrizione dei materiali sintetici, il termine “gemma” non può essere utilizzato per descrivere un materiale di origine artificiale. Al suo posto potranno essere adoperati i seguenti termini: “sintetico”, “materiale di laboratorio” o “materiale artificiale”.
Bellezza delle Gemme
La BELLEZZA di una gemma tiene conto della combinazione tra tinta, simmetria e lucentezza. Da sempre, una gemma affascina principalmente per le emozioni che trasmette la sua tinta: il bel rosso del rubino o l'intenso verde dello smeraldo fanno di queste gemme le caratteristiche più popolari e rappresentano il loro punto di forza e valore.
La simmetria può essere definita come l'equilibrio e l'armonia del taglio; una buona lavorazione permette di esaltare la bellezza di una gemma, rendendola accattivante nella forma e nelle proporzioni.
La lucentezza è un fattore che incide notevolmente sulla bellezza. La maggior parte delle gemme viene polita fino a raggiungere il massimo della lucentezza possibile. Tuttavia occorre evidenziare che alcune gemme, come le perle, non vengono lavorate o sfaccettate e nonostante ciò devono il loro splendore alla loro tipica lucentezza.
Infine, la bellezza di una gemma è esaltata ulteriormente dalla trasparenza, che può essere definita come la capacità della luce di attraversare un materiale: quanto più è trasparente la pietra, tanto più la luce è in grado di attraversarla.
Non tutte le gemme hanno lo stesso grado di trasparenza: lo smeraldo, il granato e la tanzanite sono gemme trasparenti, quindi la luce le attraversa con una distorsione minima o nulla. Al contrario, l'ematite, il lapislazzuli e la turchese sono gemme opache, quindi la luce non riesce ad attraversarle. Tra questi due estremi vi sono pietre, come l'opale, che presentano vari gradi di trasparenza.
La simmetria può essere definita come l'equilibrio e l'armonia del taglio; una buona lavorazione permette di esaltare la bellezza di una gemma, rendendola accattivante nella forma e nelle proporzioni.
La lucentezza è un fattore che incide notevolmente sulla bellezza. La maggior parte delle gemme viene polita fino a raggiungere il massimo della lucentezza possibile. Tuttavia occorre evidenziare che alcune gemme, come le perle, non vengono lavorate o sfaccettate e nonostante ciò devono il loro splendore alla loro tipica lucentezza.
Infine, la bellezza di una gemma è esaltata ulteriormente dalla trasparenza, che può essere definita come la capacità della luce di attraversare un materiale: quanto più è trasparente la pietra, tanto più la luce è in grado di attraversarla.
Non tutte le gemme hanno lo stesso grado di trasparenza: lo smeraldo, il granato e la tanzanite sono gemme trasparenti, quindi la luce le attraversa con una distorsione minima o nulla. Al contrario, l'ematite, il lapislazzuli e la turchese sono gemme opache, quindi la luce non riesce ad attraversarle. Tra questi due estremi vi sono pietre, come l'opale, che presentano vari gradi di trasparenza.
Durevolezza e Rarità
La DUREVOLEZZA è una combinazione di tre fattori: durezza, tenacità e stabilità.
La durezza misura il grado di resistenza di una gemma alla scalfittura e alle abrasioni.
La tenacità è la capacità del materiale di resistere alla rottura, alla scheggiatura e alla frattura.
La stabilità misura il grado di resistenza del materiale agli effetti prodotti dalla luce, dal calore e dal contatto con le sostanze chimiche.
La durevolezza è una caratteristica importantissima ed essenziale nelle gemme utilizzate in gioielleria. Questo spiega perché materiali bellissimi come la fluorite e la calcite non sono utilizzati in gioielleria: possono essere politi e sfaccettati rendendoli assolutamente desiderabili, ma il loro basso grado di durezza e la scarsa tenacità le rendono inadatte alla creazione di gioielli.
La RARITA' è un fattore variabile, infatti alcune gemme sono più rare di altre. Alcune sono così rare che vengono considerate articoli per collezionisti. Ne sono un esempio la bentonite di qualità gemma o il berillo rosso. In ogni caso, la maggior parte delle gemme si colloca in una pozione intermedia nella scala della rarità.
La durezza misura il grado di resistenza di una gemma alla scalfittura e alle abrasioni.
La tenacità è la capacità del materiale di resistere alla rottura, alla scheggiatura e alla frattura.
La stabilità misura il grado di resistenza del materiale agli effetti prodotti dalla luce, dal calore e dal contatto con le sostanze chimiche.
La durevolezza è una caratteristica importantissima ed essenziale nelle gemme utilizzate in gioielleria. Questo spiega perché materiali bellissimi come la fluorite e la calcite non sono utilizzati in gioielleria: possono essere politi e sfaccettati rendendoli assolutamente desiderabili, ma il loro basso grado di durezza e la scarsa tenacità le rendono inadatte alla creazione di gioielli.
La RARITA' è un fattore variabile, infatti alcune gemme sono più rare di altre. Alcune sono così rare che vengono considerate articoli per collezionisti. Ne sono un esempio la bentonite di qualità gemma o il berillo rosso. In ogni caso, la maggior parte delle gemme si colloca in una pozione intermedia nella scala della rarità.
Storia delle Gemme
Fede, magia, scienza, terapia mistica, magica e fisica, fiducia in potenze extra naturali e nell’azione della materia: tutto si ritrova intrecciato nella vita che le pietre, i minerali e le gemme ebbero nella mentalità dei nostri predecessori.
Le pietre preziose e semi-preziose furono conosciute per le loro proprietà benefiche e utilizzate fin dall’antichità come ingredienti nei trattamenti di bellezza. Cleopatra cospargeva il proprio corpo con un unguento di malachite, pietra sacra in Egitto, finemente sminuzzata nell’olio.
Sin dall’antichità vi è stato un profondo rapporto tra l’uomo primitivo e le gemme, specie nei rituali religiosi e nell’uso ornamentale. La storia documenta l’uso mistico ed artistico delle pietre nelle prime grandi civiltà da Babilonia a Roma, ma anche nella bibbia.
Le pietre preziose e semi-preziose furono conosciute per le loro proprietà benefiche e utilizzate fin dall’antichità come ingredienti nei trattamenti di bellezza. Cleopatra cospargeva il proprio corpo con un unguento di malachite, pietra sacra in Egitto, finemente sminuzzata nell’olio.
Sin dall’antichità vi è stato un profondo rapporto tra l’uomo primitivo e le gemme, specie nei rituali religiosi e nell’uso ornamentale. La storia documenta l’uso mistico ed artistico delle pietre nelle prime grandi civiltà da Babilonia a Roma, ma anche nella bibbia.
PreistoriaUna delle prime gemme utilizzate nel periodo neolitico fu il lapislazzuli. A Mehrgarh in Pakistan, nella valle dell’Indo, sono stati ritrovati vaghi di lapislazzuli associati a turchese, rinvenuti in contesti databili a circa 7000 anni a.C.
Foto: lapislazzuli datati circa 3000 A.C. |
BabiloniaSia gli Assiri che i Babilonesi usavano piccoli cilindri di pietra o di minerali sui quali erano incisi gli emblemi, i simboli e i nomi che avevano prescelto come contrassegno personale.
Foto: Daria-i-Noor (Mare di luce) Collezione nazionale, presso Banca Centrale Iraniana. |
EgittoGli egiziani rivolsero la loro attenzione alle pietre preziose studiandole sotto tutti i punti di vista. In particolare attribuirono alle gemme grandi poteri curativi e virtù soprannaturali. Sono celebri nella storia della gemmologia perché furono i primi ad imitare artificialmente gemme e pietre. I sigilli in turchese o gli scarabei in lapislazzuli e oro sono tra gli oggetti più comuni in quest’epoca.
Foto: Scarabeo da Tutankhamun Exhibition, Dorchester, UK |
Alessandro il Grande
Alessandro il Grande
Al tempo di Alessandro il Grande l'arte micenea viene superata. Sino a quel tempo, infatti, le figure erano intagliate in incavo; da allora si cominciarono a trovare le prime pietre con le figure in rilievo, cioè i primi cammei, ottenuti traendo profitto dalle zonature delle pietre e dall’alternanza dei colori. Il più grande dei lavori di questo genere è la cosiddetta Tazza Farnese. Nello stesso tempo cominciano ad essere usate le vere gemme, trasparenti e durissime quali il granato (chiamato anticamente giacinto), il berillo, e il topazio. Le pietre venivano lavorate in forma convessa.
Foto: Alessandro Magno al tempio di Gerusalemme, Sebastiano Conca, Museo del Prado, Madrid
Al tempo di Alessandro il Grande l'arte micenea viene superata. Sino a quel tempo, infatti, le figure erano intagliate in incavo; da allora si cominciarono a trovare le prime pietre con le figure in rilievo, cioè i primi cammei, ottenuti traendo profitto dalle zonature delle pietre e dall’alternanza dei colori. Il più grande dei lavori di questo genere è la cosiddetta Tazza Farnese. Nello stesso tempo cominciano ad essere usate le vere gemme, trasparenti e durissime quali il granato (chiamato anticamente giacinto), il berillo, e il topazio. Le pietre venivano lavorate in forma convessa.
Foto: Alessandro Magno al tempio di Gerusalemme, Sebastiano Conca, Museo del Prado, Madrid
Roma, Secolo XII e Bibbia
Roma
A Roma le gemme vennero usate per oggetti di ogni genere, introducendo in ciò un lusso inaudito. Ai cammei lavorati in forte altorilievo si uniscono i lavori in pietre dure a tutto rilievo.
Secolo XII
Durante questo secolo, inizia il taglio a faccette. E’ importante notare che il taglio tutt’oggi conosciuto come “a brillante” si ebbe intorno alla fine del XVI secolo.
Le gemme nella Bibbia
Infine anche la Bibbia cita la bellezza e il fascino delle gemme. In un passo biblico si trova la seguente citazione che in poche parole riassume l’interesse che l’uomo ha sempre avuto nei confronti di questi meravigliosi capolavori della natura: “Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come la pietra di diaspro cristallino”.
A Roma le gemme vennero usate per oggetti di ogni genere, introducendo in ciò un lusso inaudito. Ai cammei lavorati in forte altorilievo si uniscono i lavori in pietre dure a tutto rilievo.
Secolo XII
Durante questo secolo, inizia il taglio a faccette. E’ importante notare che il taglio tutt’oggi conosciuto come “a brillante” si ebbe intorno alla fine del XVI secolo.
Le gemme nella Bibbia
Infine anche la Bibbia cita la bellezza e il fascino delle gemme. In un passo biblico si trova la seguente citazione che in poche parole riassume l’interesse che l’uomo ha sempre avuto nei confronti di questi meravigliosi capolavori della natura: “Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come la pietra di diaspro cristallino”.